John Lawton Official Website
John Lawton Band Sting In The Tale Cover
Artist: John Lawton Band
Location: United Kingdom
Line-up:

John Lawton (vocals, acoustic guitar), Erol Sora (guitar, acoustic guitar, backing vocals), Steve Dunning (bass, guitar, acoustic guitar, backing vocals), Leon Lawson (keyboards, acoustic guitar, backing vocals), Benjy Reid (drums, percussions)

Album: Sting In The Tale
Label & Pubblication Year: Classic Rock Legends, 2003
Tracklist: Take you high / Give it up / Written on the wall / Reach out / Firing line / Lately / I’ll be here / King con / Tracks of time / Angels they cry / Slamming it down / Dog huse
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E’ sempre un piacere riascoltare la voce di John Lawton, ex frontman di Lucifer’s Friend e Uriah Heep, uno dei più grandi vocalist che la terra di albione abbia mai partorito! Oggi, a 56 anni, logicamente non ha più la voce di un tempo, ma negli anni 70 era uno dei pochi cantanti in grado di sfidare Ian Gillan e David Byron in quanto a estensione, potenza vocale e carisma! Dopo lo scioglimento dei Lucifer’s Friend, correva l'anno 1982, la carriera di John Lawton è stata molto discontinua. Qualche solo album, qualche progetto (i Rebel negli 80's, i Gunhill nei 90's), qualche collaborazione con Eddie Hardin, Ken Hensley ed i tedeschi Zar ma soprattutto tanti, troppi anni di silenzio. Oggi finalmente John Lawton ha una band stabile, composta da musicisti tecnicamente ineccepibili; tra i quali spiccano il tastierista/chitarrista Leon Lawson (ex Praying Mantis e Michael Schenker Group) ed il bassista Steve Dunning (ex Misha Calvin e apprezzato session-man). “Sting In The Tale” è un ottimo cd composto da 12 brani di classico hard rock britannico di stampo seventies. Forse, per alcuni, nulla di imperdibile ma sicuramente un album onesto, sincero e ispirato, da mostrare con occhio beffardo a chi continua a rincorrere sfrenatamente le mode! Per gli amanti del genere si tratta di un acquisto consigliatissimo: brani rocciosi come “Take you high”, “Reach Out”, “Angels They Cry” suonano squisitamente retro’ senza perdere, comunque, di attualità e senza mai scadere nello stantio o nel datato. Bellissima la ballata “I’ll be here”, nella quale John dimostra di possedere una voce in grado di trasmettere eternamente grandi emozioni. Vi segnalo inoltre le splendide “Lately” e “Tracks of time”, in cui tornano alla mente i ricordi degli Uriah Heep di “Firefly”. Infine c'è spazio per il trascinante blues “Dog house”, interpretato, ancora una volta, alla grande da John. L’unico neo di "Sting in the tale" risiede nella sua scarsa reperibilità; tuttavia mi auguro che questo fattore negativo non scoraggi gli aficianados del genere. “Sting In The Tale” è veramente un album che merita il vostro ascolto. Ed ora iniziate pure a dannarvi l'anima...

Recensione Realizzata da Andrea Zazzarini.
Vote: 8